La vecchiaia come opportunità

Questa mattina mi è stata rivolta questa domanda: «Ha senso che io, a 79 anni, mi occupi ancora di me?»

Ho deciso di scriverci sopra, perché questa domanda mi viene rivolta spesso in diverse forme, e nasce dall’idea orribile che la vecchiaia svaluti progressivamente la persona finché non arriva il giorno in cui ci si vede solo un peso per gli altri e la società.

Alle volte è la scusa per non agire su se stessi: «Ormai, alla mia età, non mi metto di certo a cambiare. Lo facciano i giovani!» Altre volte, invece, rivela la sofferenza di chi si sente ‘scaduto’ come un bricco di latte.

La società è riuscita a inculcarci l’idea che invecchiare anagraficamente sia una cosa da temere, da vivere con angoscia. Ci sono perfino giovani di 20 anni che smettono di festeggiare il compleanno, perché iniziano a sentirsi vecchi… Trentenni che dicono scherzosamente ‘dai, andiamo a fare i giovani!’ E non si può parlare più di età, perché le persone si offendono qualsiasi cosa si dica.

Un po’ perché “è così che si dice per fare conversazione”, un po’ perché, sotto sotto, ci crediamo davvero. Ma ti sembra normale vivere in un’epoca storica dove l’aspettativa di vita è di 100 anni e si inizia a sentirsi vecchi dai 20? Vuol dire che per 80 anni devo sentirmi a disagio con me stessa. Ti sembra normale? Dobbiamo uscire da questa retorica.

Le cose invecchiano, gli esseri umani crescono

Fino alla fine, fino all’ultimo giorno di vita. Io valgo fino alla fine, perché sono io, e cresco, e decido, e faccio tutto quello che faccio perché sono io e valgo. E sono felice per i miei 32 anni, lo sarò per i 40, per i 60 se riuscirò ad arrivarci, e via discorrendo. E se qualcuno verrà a ironizzare su questo, gli chiuderò la bocca, perché non accetto che riescano a rovinarmi le giornate, perché devono portarmi a comprare la cremina, o a scegliere chissà cos’altro sulla base della mia età.

Abbiamo un’età biologica, non sto dicendo il contrario. Bene, la accetto. Ogni epoca della nostra vita ha le sue sfide, la sua bellezza, la sua ragion d’essere.

Se accetto tutto questo senza sensi di colpa, senza disagio, senza paura, allora ogni giorno sarà bello a prescindere. Un nuovo dono da esplorare e valorizzare.

A QUALSIASI ETÀ.

Il nostro problema è che siamo esseri umani che si sentono cose. E vivono da cose. Infatti non proviamo nemmeno più emozioni.

Prendiamo il lusso di stare bene con la nostra età. Facciamo i ribelli, i sovversivi, quelli che vanno in contro tendenza, e accettiamo e amiamo la nostra età. Questi sono i veri atti di ribellione.

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